Intervista col Dott. Christian Fiala, Gynmed, Vienna (Austria):
Dall’inizio del gennaio 1999 la Mifegyne (RU 486) veniva utilizzata
regolarmente nell’Ospedale dove lavorava il Dott. Fiala. Anne-Marie Rey
si è intrattenuta col Dott. Christian Fiala sull’esperienza che vi ha
acquistata nell’uso del metodo farmacologico per l’interruzione di
gravidanza.
AMR: Dott. Fiala, all’Ospedale dove lei lavora vengono fatte da circa
un anno interruzioni di gravidanza usando la Mifegyne. Se ne fanno una
cinquantina al mese, quindi finora un totale di circa 600. Vorrebbe
riassumere le sue esperienze?
Dott. Fiala: Le nostre esperienze sono molto positive. Novanta percento
delle donne rifarebbero la scelta della Mifegyne.
AMR: Che rappresenta per una donna l’interruzione fatta con la
Mifegyne?
Dott. Fiala: Il trattamento con la Mifegyne è un processo che si estende
su parecchi giorni e che viene vissuto in modo cosciente, contrariamente
all’intervento molto più rapido dell’aspirazione.
AMR: Quali sono le donne che scelgono il metodo farmacologico?
Dott. Fiala: Le donne che scelgono la Mifegyne non si distinguono in
modo essenziale da quelle che preferiscono il metodo chirurgico. Sono in
particolare donne che desiderano interrompere la loro gravidanza il più
precocemente possibile. Desiderano evitare un intervento chirurgico ed
una narcosi. Si sentono meno in balia al medico. Alcune vogliono vivere
coscientemente l’interruzione e considerano questo modo di procedere
come più naturale. Hanno di solito una più grande consapevolezza del
loro corpo, lo accettano meglio e desiderano avere un ruolo più attivo.
Da notare che anche il compagno è molto più coinvolto che durante
l’intervento chirurgico. Anche lui vive il procedimento da vicino e può
sovente correggere erronee fantasie.
AMR: Quali sono le differenze per il medico curante?
Dott. Fiala: Il ruolo di consigliere acquista un significato molto più
importante. Diventa più lungo ed intenso. La donna deve essere messa in
grado di far una scelta consapevole fra i due metodi. Tra l’altro
occorre, dando esempi di esperienze vissute, portarla a comprendere
quale dei due metodi è il più adatto per lei. L’accompagnamento durante
il trattamento è pure molto importante, mentre invece la destrezza
operatoria non è più primordiale.
AMR: Viene sovente espresso il timore che la donna si senta obbligata
di prendere una decisione in troppo fretta. Potrebbe quindi decidersi in
modo precipitato per un’interruzione, dato che la Mifegyne non può
essere applicata dopo la settima settimana di gravidanza, dunque solo
circa tre settimane dopo la data in cui sarebbero dovute apparire le
nuove mestruazioni.
Dott. Fiala: Non posso confermare questo timore. Molte donne si rendono
conto poco dopo un ritardo delle mestruazioni che sono rimaste incinte.
Se la gravidanza non è desiderata, molte sanno rapidamente e senza
ambivalenze che non vogliono portarla a termine. Abbiamo visto sovente
l’intenso sollievo della donna che può interrompere la sua gravidanza ad
un punto tanto precoce. È raro che il metodo dell’aspirazione venga
eseguito altrettanto precocemente. Alle donne che sono rapidamente certe
di volere un’interruzione viene risparmiata un’attesa psicologicamente e
fisicamente difficile di una a due settimane. Per le altre rimane invece
a disposizione il metodo dell’intervento chirurgico da molto tempo
provato.
AMR: Le donne si decidono più facilmente per un’interruzione quando
non hanno che da prendere una pillola?
Dott. Fiala: È assurdo affermare che una donna si decide in favore o
contro una gravidanza in base a dettagli tecnici. In ogni caso,
l’interruzione con la Mifegyne non è più facile. La decisione di
interrompere la gravidanza viene presa prima della scelta del metodo e
non dipende assolutamente dai metodi a disposizione. D’altronde il
numero delle interruzioni in Francia, in Inghilterra e in Svezia non
hanno aumentato in seguito all’introduzione del metodo farmacologico 10
anni fà.
AMR: Viene enunciata la preoccupazione che l’interruzione con la
Mifegyne sia molto difficile da sopportare psicologicamente, dato il
ruolo attivo della donna ed il suo vissuto cosciente.
Dott. Fiala: Non è un’affermazione corretta. Come già detto, può essere
di gran sollievo l'ottenere un’interruzione molto precoce e senza
intervento chirurgico. In particolare, le donne sono molto sollevate di
costatare che negli ultrasuoni non si vedono ancora strutture
embrionali. Invece, il timore che l’effetto della Mifegyne non sia
interamente efficace, le incertezze rispetto all’andamento
dell’intervento, la paura di eventuali dolori e l’attesa delle prime
perdite di sangue possono pesare psicologigamente. Occorre quindi
prepararvi le donne durante le consultazioni. Però la maggior parte
delle donne rimangono sorprese di vedere che tutto si svolge molto più
facilmente di quanto hanno immaginato. L’andamento dell’intervento è
praticamente sempre molto meno drammatico di quanto viene descritto in
pubblico. Offriamo ogni volta un aiuto psicologico dopo l’intervento, ma
è molto raro che se ne faccia uso, e non più sovente che dopo
un’interruzione chirurgica.
AMR: Quali sono gli effetti secondari? Le donne hanno forti perdite di
sangue e forti dolori?
Dott. Fiala: Alcune donne vivono l’interruzione come delle mestruazioni
normali e non hanno praticamente nessun disturbo. Circa 80 % hanno
dolori paragonabili a quelli delle mestruazioni normali. Il 20 % circa
deve prendere un antidolorificio. Le perdite di sangue sono di solito
leggermente più importanti di quelle delle mestruazioni normali e
possono durare fino ad una decina di giorni.
AMR: È quindi soddisfatto che la Mifegyne possa finalmente essere
utilizzata anche in altri paesi, oltre a quelli nei quali è utilizzata
da una decina di anni?
Dott. Fiala: Non conosco un altro esempio in medicina, dove un
medicamento sicuro ed efficace sia stato rifiutato per più di 11 anni a
gran parte delle donne in Europa. La Mifegyne rappresenta un’alternativa
valevole per molte donne. Informazioni corrette, consigli adeguati ed un
accompagnamento all’ascolto della donna durante il trattamento
costituiscono la base per un buon andamento dell’intervento e un alto
grado di soddisfazione da parte delle donne. La scelta del metodo deve
sempre essere fatta dalla donna tenendo conto del suo vissuto e del suo
modo di vivere.
AMR: Dott. Fiala, La ringraziamo per quest’intervista.