Con 18 voti contro 13, il Senato ha approvato una specie di soluzione dei termini: la legge permette l'aborto entro le prime 12 settimane nel caso che la gravidanza minacci la salute della donna. La salute nella legge viene definita uno stato di benessere fisico, mentale e sociale a seconda della definizione dell'OMS. Però il presidente dell'Uruguay ha annunziato la sua intenzione di opporre il veto a tale legge. D'altra parte certi sondaggi indicano che la maggioranza della popolazione sarebbe in favore.
La legge inglese sull'aborto (Abortion Act 1967) può celebrare il suo
40esimo anniversario – era una legge pioniere, oggi è antiquata. Secondo
questa legge 2 medici devono approvare l'interruzione di gravidanza,
legale soltanto per ragioni mediche (tenendo conto delle circostanze
psicologiche e sociali della donna).
Già da qualche tempo, i gruppi progressisti chiedono la liberalizzazione
della legge e il suo adattamento alle legislazioni della maggioranza
degli altri paesi europei. Ormai, nel corso della revisione della
legislazione sulla procreazione medicalmente assistita e la ricerca
sugli embrioni, si discute anche la revisione della legge sull'aborto.
Gli antiabortisti domandano che il limite per gli aborti sia abbassato
da 24 settimane attualmente a 22 o 20 settimane.
Oggi, dopo ampie audizioni e consultazioni e sulla base delle conoscenze
scientifiche più recenti, la Commissione Parlamentare per la Scienza e
la Tecnologia si è pronunciata in favore del mantenere il limite di 24
settimane e della rinuncia al consenso di un secondo medico. Queste
proposte vengono sostenute dall'Associazione dei medici inglesi.
Inoltre, la Commissione propone di autorizzare le infermiere
specialmente formate ad effettuare interruzioni precoci e, nel caso di
un aborto farmacologico di permettere alle donne di prendere il secondo
medicamento a casa loro invece di rimanere obbligatoriamente
ospedalizzate.
Per più informazioni:
http://www.abortionreview.org/index.php/site/article/260/ (inglese)
Il governo portoghese ha pubblicato le
disposizioni d'applicazione della nuova legislazione sull'aborto. La
legge addottata dal parlamento con una larga maggioranza, il 8 marzo, è
entrata in vigore il 15 luglio. La nuova norma autorizza l'interruzione
della gravidanza alla riquiesta della donna, entro le prime 10 settimane
dopo l'ultima mestruazione. La donna dev'essere informata e consigliata
da un medico e dopo un tempo di riflessione di 3 giorni l'intervento puo
farsi in ospedale o in una clinica privata autorizzata.
Però l'applicazione ha qualque difficoltà a realizzarsi perché un numero
considerevole di medici rifiutano la partecipazione alle IVG
dichiarandosi obiettori di coscienza.
Il parlamento del Liechtenstein ha respinto la mozione della Lista
libera (Freie Liste) che mirava a nominare una commissione incaricata di
elaborare una legge per depenalizzare l'aborto. La proposta ha raccolto
solo 8 voti (su 25 deputati).
Il Liechtenstein (35'000 abitanti) è fra i pochi paesi in Europa che
hanno ancora una legge restrittiva in materia. Sono stimate a 50 al
minimo le donne che ogni anno vanno abortire nei paesi vicini. Contro
due fra loro fu avviata la procedura penale nel 2006.
In novembre 2005, la popolazione ha bocciato massicciamente la proposta
di vietare totalmente l'interruzione di gravidanza. Però, il tempo non
sembra venuto in questo paese arcicattolico per una soluzione dei
termini.
Il parlamento del Distretto federale della Città del Messico (8,7 milioni abitanti) ha approvato con una maggioranza al di là dei due terzi una legge che depenalizza l'aborto alla semplice richiesta della donna entro le prime 12 settimane della gravidanza. E ciò nonostante l'opposizione massiccia da parte della Chiesa cattolica. Il risultato è dovuto al lavoro perseverante di una alleanza femminista ben organizzata e alla maggioranza di sinistra nel parlamento del Distretto. Gli oppositori hanno annunciato la loro intenzione di fare ricorso alla Corte suprema del paese. Dall'altra parte, i sostenitori della legge sperano che il loro successo avrà ripercussioni in altri Stati confederati del Messico e altri paesi dell'America latina.
La nomina dal presidente Bush di due giudici
conservatori alla Corte suprema porta frutto. Con 5 voti a 4, la Corte
con una sentenza ideologica ha convalidato una legge federale che
proibisce un metodo chirurgico utilizzato in rari casi di aborto
tardivo. La decisione rovescia una sentenza emessa solo 7 anni prima
sulla stessa questione. La Corte non ha tenuto conto dell'opinione dei
medici che considerano questo metodo essere il meno rischioso per la
donna incinta in certi casi particolari. I sostenitori della libera
scelta temono che la sentenza apra la porta ad altri tentativi di
restringere l'accesso all'interruzione di gravidanza.
Informazioni sulla situazione negli Stati Uniti (in francese)
Fin dal 2005 gli estremisti antiabortisti nel
parlamento polacco cercano di restringere ancora più la legge
sull'aborto che già è molto restrittiva. In autunno 2006, hanno
presentato la proposta di inserire nella Costituzione il diritto alla
vita fin dal concepimento, proposta equivalente al divieto totale
dell'aborto. I cattolici conservatori attualmente dispongono della
maggioranza in parlamento. Però il 13 aprile la loro proposta anche in
forma più moderata (protezione della dignità umana fin dal
concepimento) non ha ottenuto la maggioranza dei due terzi degli
deputati presenti necessaria per una modifica della Costituzione.
Mancavano 27 voti (269 sì, 121 no, 53 astensioni).
Informazioni sulla situazione in Polonia (in francese)
Il parlamento del cantone di Lucerna ha respinto a maggioranza schiacciante una proposta del gruppo UDC. Il deputato Anton Kunz e altri cosignatori UDC chiedevano al cantone di vietare gli aborti negli ospedali cantonali. (Benchè la soluzione dei termini entrata in vigore nel 2002 sia stata accettata dal 60% dei Lucernesi e che la legge federale incarichi i cantoni di designare gli ospedali autorizzati a praticare l'intervento). Anche il gruppo democratico-christiano PPD ha respinto la mozione all'unanimità.
La Corte europea dei diritti dell'uomo a Strasburgo ha condannato la
Polonia a versare un risarcimento di 25'000 Euro a una donna alla quale
era stato negato l'aborto. Tre medici specialisti in oftalmologia
avevano attestato alla donna un rischio serio di divenire cieca in
conseguenza della sua gravidanza e del parto. Però rifiutavano di
scrivere il certificato necessario perché la donna sia in grado di
abortire in conformità alla legge polacca. Il certificato del suo medico
generalista non fu accettato dall'ospedale. In seguito al parto la vista
della donna si è deteriorata considerabilmente.
La Corte ha notato che la legge polacca sull'aborto (molto restrittiva)
poteva indurre i medici a essere estremamente riluttanti a
dare il via libera ad un interruzione di gravidanza anche se le
condizioni legali erano adempite. In particolare, la Corte ha criticato
che la legge non contiene nessun meccanismo efficace di ricorso
praticabile per una donna contro la decisione dei medici.
Ha concluso che in conseguenza lo Stato ha mancato al
suo obbligo positivo di salvaguardare il diritto al rispetto della vita
privata e all'integrità fisica e morale.
In quasi tutti i paesi dell'America latina gruppi di attivisti
lottano per la legalizzazione dell'aborto. In Messico, nel Distretto
federale di Mexico City (8,7 milioni di abitanti) i partiti di sinistra
hanno introdotto in Parlamento – dove dispongono della maggioranza – una
proposta che richiede l'introduzione di una soluzione dei termini. Poco
tempo dopo, alcuni Senatori hanno fatto lo stesso nel Parlamento
nazionale benchè a livello nazionale sarà più difficile ottenere una
maggioranza. La Chiesa cattolica va sulle barricate per combattere tali
sforzi. Però un sondaggio recente indica che l'opinione pubblica è
piuttosto liberale in materia.
Il numero degli aborti clandestini nel Messico si stima a un millione
all'anno ciò che corrisponde a un terzo delle gravidanze. Gli aborti mal
fatti vengono in quarto luogo fra le cause di mortalità delle donne in
età feconda.
Una coalizione di partiti di sinistra e dei verdi ha introdotto in parlamento una proposta che domanda di legalizzare l'aborto alla richiesta della donna nelle prime 14 settimane della gravidanza. La Spagna ha una legge piuttosto restrittiva in materia (indicazioni mediche), però la pratica si è considerevolmente liberalizzata da qualche tempo. La proposta richiede che la decisione ormai appartenga alla donna piuttosto che al medico.
La Camera bassa del parlamento britannico ha rifiutato
con 159 voti contro 87 una proposta che voleva rendere obbligatorio
l'assenso dei genitori perché una ragazza di meno di 16 anni possa
ottenere la contraccezione o un aborto.
In octobre 2006, il Parlamento già ha bocciato un'altra proposta che
mirava a ridurre da 24 a 21 settimane il termine legale per
l'interruzione di gravidanza terapeutica e a introdurre un tempo
obbligatorio di 10 giorni per riflettere prima dell'intervento.
All'occasione del 40esimo anniversario della legge sull'aborto del 1967,
Abortion Rights, una coalizione di organizzazioni che lottano per
la libera scelta della maternità, lanciano una campagna a favore di una
soluzione dei termini. Un sondaggio rappresentativo indica che il 77%
della popolazione appoggia questo obiettivo. La legge britannica in
vigore permette l'interruzione di gravidanza solo per ragioni
socio-mediche e dopo l'assenso di un secondo medico.
Con quasi 60% di "Sì", il 11 febbraio i Portoghesi hanno votato a
favore della revisione della legge sull'aborto nel senso di una
soluzione dei termini (aborto alla domanda della donna nelle prime 10
settimane di gravidanza). La partecipazione al disotto del 50% non rende
vincolante il risultato per il parlamento. Comunque il governo che ci
dispone di una maggioranza confortevole intende presentare rapidamente
al parlamento un progetto di legge. (La partecipazione del 43,6% pure
superava del 12% quella del referendum del 1998, quando fu respinta dal
51% dei votanti una proposta simile).
Dopo la campagna strillante e costosa degli antiabortisti sostenuti
dalla Chiesa cattolica, i sostenitori della legalizzazione dell'aborto
festeggiavano come una grande vittoria il risultato della votazione.
Attualmente la legge portoghese del 1984 permette l'aborto
esclusivamente in caso di rischio grave per la salute della donna
incinta, di stupro e di malformazione del feto. Gli aborti clandestini
sono stimati in circa 20'000 ogni anno, tuttora alcune donne muoiono
delle complicazioni.
Per più informazioni
sul Portogallo (in francese)
Attivisti per i diritti umani hanno intentato un ricorso davanti alla Corte suprema del paese, contro il divieto assoluto dell'aborto approvato dal parlamento in novembre. Domandano alla Corte di dichiarare anticostituzionale la legge che fa violazione ai diritti fondamentali della donna. Non è fisso un termine entro il quale il tribunale deve prendere una decisione.
Alla fine di ottobre, il parlamento del Portogallo ha deciso con una
grande maggioranza di organizzare un referendum sulla depenalizzazione
dell'aborto nelle prime 10 settimane della gravidanza. I comunisti
avrebbero preferito lasciare il parlamento decidere sulla revisione
della legge e hanno respinto la proposta del referendum. Ora, il
presidente dello Stato, Cavaco Silva, ha fissato la votazione al 11
febbraio 2007. Il Portogallo è fra i pochi paesi europei che hanno
ancora una legge molto restrittiva sull'aborto. Secondo un sondaggio
recente una piccola maggioranza del popolo sarebbe favorevole alla
depenalizzazione.
Informazioni più ampie sulla situazione nel Portogallo (francese)
Con 52 voti contro 0 e numerose assenze e astenzioni, il parlamento del Nicaragua ha approvato agli ultimi di ottobre una legge che rende l'aborto punibile in tutte le circostanze, anche in caso che la gravidanza minacci la vita della donna, abrogando così l'unica indicazione ammessa finora per l'interruzione terapeutica della gravidanza. Perfino certi Sandinisti della sinistra, fra loro Daniel Ortega, hanno dato il loro consenso per non perdere voci cattolici poco prima delle elezioni. Ora il presidente Bolanos ha firmato la legge che in conseguenza può entrare in vigore, al piacere dei vescovi cattolici… certi uomini se ne fregano dei sacrifici di vite (femminili)… Il movimento autonomo delle donne ha annunciato il suo intento di ricorrere ai tribunali per far invalidare la legge, fino alla Commissione interamericana dei Diritti dell’Uomo. Gli aborti illegali nel Nicaragua sono stimati a 32,000 all'anno.
Le elezioni e votazioni del 7 novembre negli Stati Uniti hanno cagionato parecchie sconfitte agli anti-abortisti: i democratici (che in generale votano pro choice) hanno riconquistato la maggioranza nelle due camere del Congresso. In California e nel Oregon, leggi che volevano imporre l'obbligo di informare i genitori di una minorenne prima che ella possa interrompere una sua gravidanza sono state respinte in votazione popolare. Nello Stato conservatore del Dakota del Sud, una maggioranza del 56% dei votanti ha rifiutato una legge, adottata dal parlamento, che prevedeva il divieto quasi totale dell'aborto (eccetto in caso di pericolo di morte per la donna).
Uno studio a livello mondiale sulla salute sessuale e riproduttiva,
coordinato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), evidenzia
come ogni anno siano più di mezzo milione le donne che muoiono per
complicazioni dovute alla gravidanza o al parto. 120 milioni di coppie
ancora non hanno accesso alla contraccezione. Ogni anno, si contano
circa 80 milioni di gravidanze non desiderate, fra cui 45 milioni
vengono interrotte. 19 milioni di questi aborti sono a rischio,
praticati in condizioni pericolosi e quasi tutti eseguiti nella
clandestinità e nei paesi in via di sviluppo. Ne risultano qualcosa come
68'000 decessi ogni anno e milioni di menomazioni spesso gravi della
salute per le donne. I medi per evitare questi drammi sono conosciuti,
scrivono i ricercatori: l'accesso ai metodi contraccettivi moderni e la
legalizzazione dell'aborto alla richiesta della donna. L'accesso
all'interruzione legale della gravidanza in condizioni medici sicure,
secondo loro, è un diritto fondamentale della donna.
Unsafe
abortion: the preventable pandemic
Secondo uno studio pubbliccato nel International Journal of Cancer l'IVG non aumenta il rischio per una donna di ammalarsi di un cancro del seno – al contrario di quello che affermano gli antiabortisti. I ricercatori hanno osservato 267'000 donne per una media di 6,6 anni. In 4805 di loro è stato diagnosticato un cancro del seno durante questo periodo. Nessun rapporto fu trovato con un eventuale IVG anteriore. (Int.J. of Cancer 25: 1741-1745, 2006)
Il parlamento del Dakota del Sud negli Stati Uniti (Stato poco
popolato con 770'000 abitanti) ha approvato in febbraio 2006 una legge
che prevede il divieto quasi totale dell'aborto. Il governatore ha
apposto la sua firma il 6 marzo e il 1o luglio la legge
doveva entrare in vigore. La speculazione degli antiabortisti era di
provocare il ricorso del movimento pro choice contro la legge e perciò
dare alla Corte suprema a Washington l'occasione di revocare il suo
giudizio del 1973 che ha legalizzato l'aborto. I promotori di questa
strategia contano sulla nuova maggioranza conservatrice in seno alla
Corte.
Però, il 26 marzo una larga coalizione di forze progressiste ha lanciato
il referendum contro la legge. Il 19 giugno, invece delle 17'000 firme
necessarie ne hanno depositato 38'000. La legge sarà dunque sottoposta
alla votazione del popolo del South Dakota il 7 novembre. Secondo un
sondaggio rappresentativo il 57% della popolazione rifiuta il divieto
rigoroso dell'aborto. Se tuttavia la legge fosse approvata in votazione,
il ricorso ai tribunali rimarrebbe possibile.
In caso che il divieto dell'aborto entri in vigore nel Dakota del Sud,
Cecelia Fire Thunder, presidente della tribù indiana dei Sioux nella
riserva di Oglala, ha l'intenzione di aprire una clinica ove si
potrebbero praticare le interruzioni di gravidanza sul suo territorio
che non è sottoposto alle leggi dello Stato.
La neoministra alla Salute del governo Prodi, Livia Turco, ha
promesso di non ostacolare l'introduzione della pillola abortiva
Mifegyne (RU486) sul mercato italiano. Niente sorpresa: la critica
feroce del Vaticano l'ha colpita immediatamente.
per più informazioni
La Commissione nazionale d'etica CNE considera contrari ai principi
etici di solidarietà che reggono il sistema sanitario svizzero le
"dichiarazioni di rinuncia per motivi etici" a certe prestazioni
dell'assicurazione malattie. Le due organizzazioni antiabortiste "Per
madre e bambino" (ASMB) e "Pro Life" hanno concluso contratti collettivi
con alcune casse malati offrendo così sconti sui premi delle
assicurazioni complementari. A condizione che l'assicurato sottoscriva
una dichiarazione di rinuncia alla copertura relativa all'interruzione
di gravidanza (l'ASMB include anche la diagnostica prenatale e la
terapia della tossicodipendenza con metadone). La rinuncia tocca anche
le prestazioni a carico dell'assicurazione malattie di base, gli sconti
invece si consentono soltanto per le complementari! Secondo il
parere della CNE questi contratti sviliscano il principio di solidarietà
e discriminano le persone che non la pensano allo stesso modo. La
Commissione invita il legislatore a ancorare nella legge il divieto di
rinuncia volontaria di prestazioni nel settore dell'assicurazione
malattie di base.
Tale proposta è già stata introdotta al Consiglio nazionale dal deputato
Josef Zisyadis. Le tre casse malattia CPT, Concordia e Intras si sono
ritirate dai loro contratti in seguito alla critica mediatica. Solo
Provita e Sansan (una succursale della Helsana) persistono.
Presa di posizione della CNE del 10.5.2006
Con 5 voti contro 3, la Corte costituzionale della Colombia ha deciso
che l'aborto dev'essere legalizzato in caso di stupro e d'incesto,
quando il feto è gravemente malformato e in caso di pericolo per la vita
o la salute della donna incinta. Un grande progresso in un paese
ultra-cattolico dove il numero degli aborti clandestini si stima di
200'000-400'00 all'anno. Tanto più che il tribunale ha precisato che la
nozione di "salute" dev'essere intesa nel senso dell'OMS (includendo il
benessere psicologico e sociale). Il giudizio è un segnale storico che
l'America latina comincia a liberarsi dalla chiesa cattolica.
Il cardinale Pedro Rubiano avendo minacciato di scomunicare i giudici,
il vice-presidente del tribunale replica: "Noi siamo magistrati al
tribunale di uno Stato secolare".
Il ministero della salute ha ordinato che tutti gli
ospedali pubblici devono garantire l'accesso gratuito all'interruzione
di gravidanza.
Vedi
l'attualità del 27.10.2005
Il 16 febbraio, una settimana dopo il Senato, la camera dei deputati ha deciso anch'essa a una grande maggioranza di trasferire la responsabilità per ammettere la pillola abortiva (Mifegyne, RU486) in Australia all'autorità di controllo dei medicamenti (TGA) – com'è il caso per tutti gli altri medicamenti. Per ragioni politiche questa competenza fu attribuita al ministro della salute nel 1996. In questa funzione, il cattolico Tony Abbot in virtù delle sue convinzioni morali finora stava bloccando l'accesso degli Australiani al farmaco abortivo. In base alle nozioni scientifiche, la TGA probabilmente non tarderà di ammettere la RU486. Da molte settimane, controversie feroci fra fautori dell'accesso alla RU486 e antiabortisti precedevano i dibattiti parlamentari.
Portogallo: il governo autorizza la RU486
Il Portogallo ha finalmente autorizzato l'utilizzazione della Mifegyne negli ospedali per le interruzioni di gravidanza. Il governo ha preso questa decisione dopo che l'Organizzazione mondiale della salute ebbe incluso il farmaco nell'elenco degli medicamenti essenziali. Però, la legge restrittiva sull'aborto rimane in vigore nel Portogallo.
Di nuovo decine di migliaia di persone hanno manifestato sabato in
favore della libera scelta in materia di aborto. Il numero dei
manifestanti nelle strade di Napoli è stato stimato a 60'000.
Il giornale "Avvenire" annuncia che la ditta Exelgyn ha avviato la
procedura di mutuo riconoscimento per poter commercializzare la RU486 (Mifegyne)
in Italia. Nel frattempo altre autorità regionali ammettono l'uso del
farmaco negli ospedali.
La situazione en Italia
Con 58 voti contro 42, il Senato ha approvato la nomina del giudice Samuel Alito alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Il candidato presentato da Bush è conosciuto per le sue convinzioni conservative in particolare sul tema dell'aborto. Il movimento Pro choice teme che la decisione della Corte del 1973 che garantisce il diritto alla libera scelta dell'aborto possa essere rovesciata in futuro colla voce di Alito.
La Commissione affari sociali della Camera ha approvato il documento
conclusivo di una indagine conoscitiva sulla legge 194 sull'aborto.
Conclude che la legge non va cambiata, ma che i consultori dispongono di
risorse e fondi insufficienti sopratutto per l'aspetto della
prevenzione.
Lo stesso giorno il ministro della salute Francesco Storace ha firmato
un decreto che limita ai soli casi di necessità l'importazione della
pillola abortiva. L'aborto minaccia di
diventare un argomento nella campagna elettorale in primavera.
La situazione in Italia
Le donne escono dal silenzio. A Milano in 100mila, in gran parte
donne, stavano sfilando per le vie della città in difesa della legge 194
che legalizza l'aborto. Ci erano tutte le generazioni a chiedere che la
194 non venga modificata. Le veterane degli anni '70 al fianco delle più
giovani. Sfilavano le Giuriste democratiche, avvocati, giudici,
giornaliste, contro il silenzio e per la difesa dei diritti. Sfilavano
le precarie e i precari, le donne straniere venezuelane e etiopi, gli
studenti dei licei e delle università, le pensionate dei sindacati.
A parlare l'europarlamentare Emma Bonino e il premio Nobel Dario Fo:
"Dover tornare a manifestare dopo anni ed anni in cui si pensava che
ormai fosse risolta la presa di posizione e associazione da parte della
Chiesa (nei confronti della legge 194) … invece ecco che c'è il
rigurgito terribile… brutti segni, per la coscienza e per la libertà".
Un altra manifestazione sarà organizzata il 11 febbraio a Napoli.