Aborto - Interruzione di gravidanza : per il diritto alla libera scelta

Aborto – attualità – archivio 2006-2007

6.11.2007
Uruguay: il Senato approva la legalizzazione dell'aborto

Con 18 voti contro 13, il Senato ha approvato una specie di soluzione dei termini: la legge permette l'aborto entro le prime 12 settimane nel caso che la gravidanza minacci la salute della donna. La salute nella legge viene definita uno stato di benessere fisico, mentale e sociale a seconda della definizione dell'OMS. Però il presidente dell'Uruguay ha annunziato la sua intenzione di opporre il veto a tale legge. D'altra parte certi sondaggi indicano che la maggioranza della popolazione sarebbe in favore.


31.10.2007
Inghilterra: accenno di un progresso

La legge inglese sull'aborto (Abortion Act 1967) può celebrare il suo 40esimo anniversario – era una legge pioniere, oggi è antiquata. Secondo questa legge 2 medici devono approvare l'interruzione di gravidanza, legale soltanto per ragioni mediche (tenendo conto delle circostanze psicologiche e sociali della donna).
Già da qualche tempo, i gruppi progressisti chiedono la liberalizzazione della legge e il suo adattamento alle legislazioni della maggioranza degli altri paesi europei. Ormai, nel corso della revisione della legislazione sulla procreazione medicalmente assistita e la ricerca sugli embrioni, si discute anche la revisione della legge sull'aborto. Gli antiabortisti domandano che il limite per gli aborti sia abbassato da 24 settimane attualmente a 22 o 20 settimane.
Oggi, dopo ampie audizioni e consultazioni e sulla base delle conoscenze scientifiche più recenti, la Commissione Parlamentare per la Scienza e la Tecnologia si è pronunciata in favore del mantenere il limite di 24 settimane e della rinuncia al consenso di un secondo medico. Queste proposte vengono sostenute dall'Associazione dei medici inglesi. Inoltre, la Commissione propone di autorizzare le infermiere specialmente formate ad effettuare interruzioni precoci e, nel caso di un aborto farmacologico di permettere alle donne di prendere il secondo medicamento a casa loro invece di rimanere obbligatoriamente ospedalizzate.
Per più informazioni: http://www.abortionreview.org/index.php/site/article/260/ (inglese)


17 luglio 2007
Portogallo: la soluzione dei termini messa in vigore

Il governo portoghese ha pubblicato le disposizioni d'applicazione della nuova legislazione sull'aborto. La legge addottata dal parlamento con una larga maggioranza, il 8 marzo, è entrata in vigore il 15 luglio. La nuova norma autorizza l'interruzione della gravidanza alla riquiesta della donna, entro le prime 10 settimane dopo l'ultima mestruazione. La donna dev'essere informata e consigliata da un medico e dopo un tempo di riflessione di 3 giorni l'intervento puo farsi in ospedale o in una clinica privata autorizzata.
Però l'applicazione ha qualque difficoltà a realizzarsi perché un numero considerevole di medici rifiutano la partecipazione alle IVG dichiarandosi obiettori di coscienza.


25 aprile 2007
Liechtenstein: il parlamento respinge la legalizzazione dell'aborto

Il parlamento del Liechtenstein ha respinto la mozione della Lista libera (Freie Liste) che mirava a nominare una commissione incaricata di elaborare una legge per depenalizzare l'aborto. La proposta ha raccolto solo 8 voti (su 25 deputati). 
Il Liechtenstein (35'000 abitanti) è fra i pochi paesi in Europa che hanno ancora una legge restrittiva in materia. Sono stimate a 50 al minimo le donne che ogni anno vanno abortire nei paesi vicini. Contro due fra loro fu avviata la procedura penale nel 2006.
In novembre 2005, la popolazione ha bocciato massicciamente la proposta di vietare totalmente l'interruzione di gravidanza. Però, il tempo non sembra venuto in questo paese arcicattolico per una soluzione dei termini.


24 aprile 2007
Mexico City accetta la soluzione dei termini

Il parlamento del Distretto federale della Città del Messico (8,7 milioni abitanti) ha approvato con una maggioranza al di là dei due terzi una legge che depenalizza l'aborto alla semplice richiesta della donna entro le prime 12 settimane della gravidanza. E ciò nonostante l'opposizione massiccia da parte della Chiesa cattolica. Il risultato è dovuto al lavoro perseverante di una alleanza femminista ben organizzata e alla maggioranza di sinistra nel parlamento del Distretto. Gli oppositori hanno annunciato la loro intenzione di fare ricorso alla Corte suprema del paese. Dall'altra parte, i sostenitori della legge sperano che il loro successo avrà ripercussioni in altri Stati confederati del Messico e altri paesi dell'America latina.


18 aprile 2007
USA: la maggioranza conservatrice della Corte suprema restringe il diritto all'aborto

La nomina dal presidente Bush di due giudici conservatori alla Corte suprema porta frutto. Con 5 voti a 4, la Corte con una sentenza ideologica ha convalidato una legge federale che proibisce un metodo chirurgico utilizzato in rari casi di aborto tardivo. La decisione rovescia una sentenza emessa solo 7 anni prima sulla stessa questione. La Corte non ha tenuto conto dell'opinione dei medici che considerano questo metodo essere il meno rischioso per la donna incinta in certi casi particolari. I sostenitori della libera scelta temono che la sentenza apra la porta ad altri tentativi di restringere l'accesso all'interruzione di gravidanza.
Informazioni sulla situazione negli Stati Uniti (in francese)


13 aprile 2007
Polonia: i fondamentalisti antiabortisti falliscono mira

Fin dal 2005 gli estremisti antiabortisti nel parlamento polacco cercano di restringere ancora più la legge sull'aborto che già è molto restrittiva. In autunno 2006, hanno presentato la proposta di inserire nella Costituzione il diritto alla vita fin dal concepimento, proposta equivalente al divieto totale dell'aborto. I cattolici conservatori attualmente dispongono della maggioranza in parlamento. Però il 13 aprile la loro proposta anche in forma più moderata (protezione della dignità umana fin dal concepimento) non ha ottenuto la maggioranza dei due terzi degli deputati presenti necessaria per una modifica della Costituzione. Mancavano 27 voti (269 sì, 121 no, 53 astensioni).
Informazioni sulla situazione in Polonia (in francese)


27 marzo 2007
Affossata una mozione UDC nel Gran Consiglio lucernese

Il parlamento del cantone di Lucerna ha respinto a maggioranza schiacciante una proposta del gruppo UDC. Il deputato Anton Kunz e altri cosignatori UDC chiedevano al cantone di vietare gli aborti negli ospedali cantonali. (Benchè la soluzione dei termini entrata in vigore nel 2002 sia stata accettata dal 60% dei Lucernesi e che la legge federale incarichi i cantoni di designare gli ospedali autorizzati a praticare l'intervento). Anche il gruppo democratico-christiano PPD ha respinto la mozione all'unanimità.


20 marzo 2007
La Polonia condannata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo

La Corte europea dei diritti dell'uomo a Strasburgo ha condannato la Polonia a versare un risarcimento di 25'000 Euro a una donna alla quale era stato negato l'aborto. Tre medici specialisti in oftalmologia avevano attestato alla donna un rischio serio di divenire cieca in conseguenza della sua gravidanza e del parto. Però rifiutavano di scrivere il certificato necessario perché la donna sia in grado di abortire in conformità alla legge polacca. Il certificato del suo medico generalista non fu accettato dall'ospedale. In seguito al parto la vista della donna si è deteriorata considerabilmente.
La Corte ha notato che la legge polacca sull'aborto (molto restrittiva) poteva indurre i medici a essere  estremamente riluttanti a dare il via libera ad un interruzione di gravidanza anche se le condizioni legali erano adempite. In particolare, la Corte ha criticato che la legge non contiene nessun meccanismo efficace di ricorso praticabile per una donna contro la decisione dei medici. Ha concluso che in conseguenza lo Stato ha mancato al suo obbligo positivo di salvaguardare il diritto al rispetto della vita privata e all'integrità fisica e morale.


20 marzo 2007
Messico: proposta in Senato una soluzione dei termini

In quasi tutti i paesi dell'America latina gruppi di attivisti lottano per la legalizzazione dell'aborto. In Messico, nel Distretto federale di Mexico City (8,7 milioni di abitanti) i partiti di sinistra hanno introdotto in Parlamento – dove dispongono della maggioranza – una proposta che richiede l'introduzione di una soluzione dei termini. Poco tempo dopo, alcuni Senatori hanno fatto lo stesso nel Parlamento nazionale benchè a livello nazionale sarà più difficile ottenere una maggioranza. La Chiesa cattolica va sulle barricate per combattere tali sforzi. Però un sondaggio recente indica che l'opinione pubblica è piuttosto liberale in materia.
Il numero degli aborti clandestini nel Messico si stima a un millione all'anno ciò che corrisponde a un terzo delle gravidanze. Gli aborti mal fatti vengono in quarto luogo fra le cause di mortalità delle donne in età feconda.


18 marzo
Spagna: proposta in parlamento una soluzione dei termini

Una coalizione di partiti di sinistra e dei verdi ha introdotto in parlamento una proposta che domanda di legalizzare l'aborto alla richiesta della donna nelle prime 14 settimane della gravidanza. La Spagna ha una legge piuttosto restrittiva in materia (indicazioni mediche), però la pratica si è considerevolmente liberalizzata da qualche tempo. La proposta richiede che la decisione ormai appartenga alla donna piuttosto che al medico.


14 marzo
Inghilterra: il segreto medico dev'essere garantito per le meno di 16 anni – Lanciata una campagna per la soluzione dei termini

La Camera bassa del parlamento britannico ha rifiutato con 159 voti contro 87 una proposta che voleva rendere obbligatorio l'assenso dei genitori perché una ragazza di meno di 16 anni possa ottenere la contraccezione o un aborto.
In octobre 2006, il Parlamento già ha bocciato un'altra proposta che mirava a ridurre da 24 a 21 settimane il termine legale per l'interruzione di gravidanza terapeutica e a introdurre un tempo obbligatorio di 10 giorni per riflettere prima dell'intervento.
All'occasione del 40esimo anniversario della legge sull'aborto del 1967, Abortion Rights, una coalizione di organizzazioni che lottano per la libera scelta della maternità, lanciano una campagna a favore di una soluzione dei termini. Un sondaggio rappresentativo indica che il 77% della popolazione appoggia questo obiettivo. La legge britannica in vigore permette l'interruzione di gravidanza solo per ragioni socio-mediche e dopo l'assenso di un secondo medico.


13 febbraio 2007
Portogallo: un Sì chiaro in favore della legalizzazione dell'aborto

Con quasi 60% di "Sì", il 11 febbraio i Portoghesi hanno votato a favore della revisione della legge sull'aborto nel senso di una soluzione dei termini (aborto alla domanda della donna nelle prime 10 settimane di gravidanza). La partecipazione al disotto del 50% non rende vincolante il risultato per il parlamento. Comunque il governo che ci dispone di una maggioranza confortevole intende presentare rapidamente al parlamento un progetto di legge. (La partecipazione del 43,6% pure superava del 12% quella del referendum del 1998, quando fu respinta dal 51% dei votanti una proposta simile).
Dopo la campagna strillante e costosa degli antiabortisti sostenuti dalla Chiesa cattolica, i sostenitori della legalizzazione dell'aborto festeggiavano come una grande vittoria il risultato della votazione.
Attualmente la legge portoghese del 1984 permette l'aborto esclusivamente in caso di rischio grave per la salute della donna incinta, di stupro e di malformazione del feto. Gli aborti clandestini sono stimati in circa 20'000 ogni anno, tuttora alcune donne muoiono delle complicazioni.
Per più informazioni sul Portogallo (in francese)


8 gennaio 2007
Nicaragua: la legge antiaborto deferita alla Corte suprema

Attivisti per i diritti umani hanno intentato un ricorso davanti alla Corte suprema del paese, contro il divieto assoluto dell'aborto approvato dal parlamento in novembre. Domandano alla Corte di dichiarare anticostituzionale la legge che fa violazione ai diritti fondamentali della donna. Non è fisso un termine entro il quale il tribunale deve prendere una decisione.


30 novembre 2006
Portogallo: referendum sull'aborto il 11 febbraio 2007

Alla fine di ottobre, il parlamento del Portogallo ha deciso con una grande maggioranza di organizzare un referendum sulla depenalizzazione dell'aborto nelle prime 10 settimane della gravidanza. I comunisti avrebbero preferito lasciare il parlamento decidere sulla revisione della legge e hanno respinto la proposta del referendum. Ora, il presidente dello Stato, Cavaco Silva, ha fissato la votazione al 11 febbraio 2007. Il Portogallo è fra i pochi paesi europei che hanno ancora una legge molto restrittiva sull'aborto. Secondo un sondaggio recente una piccola maggioranza del popolo sarebbe favorevole alla depenalizzazione.
Informazioni più ampie sulla situazione nel Portogallo (francese)


18 novembre 2006
Il Nicaragua approva il divieto totale dell'aborto

Con 52 voti contro 0 e numerose assenze e astenzioni, il parlamento del Nicaragua ha approvato agli ultimi di ottobre una legge che rende l'aborto punibile in tutte le circostanze, anche in caso che la gravidanza minacci la vita della donna, abrogando così l'unica indicazione ammessa finora per l'interruzione terapeutica della gravidanza. Perfino certi Sandinisti della sinistra, fra loro Daniel Ortega, hanno dato il loro consenso per non perdere voci cattolici poco prima delle elezioni. Ora il presidente Bolanos ha firmato la legge che in conseguenza può entrare in vigore, al piacere dei vescovi cattolici… certi uomini se ne fregano dei sacrifici di vite (femminili)… Il movimento autonomo delle donne ha annunciato il suo intento di ricorrere ai tribunali per far invalidare la legge, fino alla Commissione interamericana dei Diritti dell’Uomo. Gli aborti illegali nel Nicaragua sono stimati a 32,000 all'anno.


8 novembre 2006
USA: sconfitte per gli anti-abortisti

Le elezioni e votazioni del 7 novembre negli Stati Uniti hanno cagionato parecchie sconfitte agli anti-abortisti: i democratici (che in generale votano pro choice) hanno riconquistato la maggioranza nelle due camere del Congresso. In California e nel Oregon, leggi che volevano imporre l'obbligo di informare i genitori di una minorenne prima che ella possa interrompere una sua gravidanza sono state respinte in votazione popolare. Nello Stato conservatore del Dakota del Sud, una maggioranza del 56% dei votanti ha rifiutato una legge, adottata dal parlamento, che prevedeva il divieto quasi totale dell'aborto (eccetto in caso di pericolo di morte per la donna).


1o novembre 2006
Studio OMS: evitabili i decessi dovuti all'aborto clandestino

Uno studio a livello mondiale sulla salute sessuale e riproduttiva, coordinato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), evidenzia come ogni anno siano più di mezzo milione le donne che muoiono per complicazioni dovute alla gravidanza o al parto. 120 milioni di coppie ancora non hanno accesso alla contraccezione. Ogni anno, si contano circa 80 milioni di gravidanze non desiderate, fra cui 45 milioni vengono interrotte. 19 milioni di questi aborti sono a rischio, praticati in condizioni pericolosi e quasi tutti eseguiti nella clandestinità e nei paesi in via di sviluppo. Ne risultano qualcosa come 68'000 decessi ogni anno e milioni di menomazioni spesso gravi della salute per le donne. I medi per evitare questi drammi sono conosciuti, scrivono i ricercatori: l'accesso ai metodi contraccettivi moderni e la legalizzazione dell'aborto alla richiesta della donna. L'accesso all'interruzione legale della gravidanza in condizioni medici sicure, secondo loro, è un diritto fondamentale della donna.
Unsafe abortion: the preventable pandemic


1o ottobre 2006
L'IVG non fa aumentare il rischio di cancro del seno

Secondo uno studio pubbliccato nel International Journal of Cancer l'IVG non aumenta il rischio per una donna di ammalarsi di un cancro del seno – al contrario di quello che affermano gli antiabortisti. I ricercatori hanno osservato 267'000 donne per una media di 6,6 anni. In 4805 di loro è stato diagnosticato un cancro del seno durante questo periodo. Nessun rapporto fu trovato con un eventuale IVG anteriore. (Int.J. of Cancer 25: 1741-1745, 2006)


22 giugno 2006
Dakota del Sud: referendum riuscito contro la legge anti-aborto

Il parlamento del Dakota del Sud negli Stati Uniti (Stato poco popolato con 770'000 abitanti) ha approvato in febbraio 2006 una legge che prevede il divieto quasi totale dell'aborto. Il governatore ha apposto la sua firma il 6 marzo e il 1o luglio la legge doveva entrare in vigore. La speculazione degli antiabortisti era di provocare il ricorso del movimento pro choice contro la legge e perciò dare alla Corte suprema a Washington l'occasione di revocare il suo giudizio del 1973 che ha legalizzato l'aborto. I promotori di questa strategia contano sulla nuova maggioranza conservatrice in seno alla Corte.
Però, il 26 marzo una larga coalizione di forze progressiste ha lanciato il referendum contro la legge. Il 19 giugno, invece delle 17'000 firme necessarie ne hanno depositato 38'000. La legge sarà dunque sottoposta alla votazione del popolo del South Dakota il 7 novembre. Secondo un sondaggio rappresentativo il 57% della popolazione rifiuta il divieto rigoroso dell'aborto. Se tuttavia la legge fosse approvata in votazione, il ricorso ai tribunali rimarrebbe possibile.
In caso che il divieto dell'aborto entri in vigore nel Dakota del Sud, Cecelia Fire Thunder, presidente della tribù indiana dei Sioux nella riserva di Oglala, ha l'intenzione di aprire una clinica ove si potrebbero praticare le interruzioni di gravidanza sul suo territorio che non è sottoposto alle leggi dello Stato.


25 maggio 2006
Italia: via libera alla Mifegyne

La neoministra alla Salute del governo Prodi, Livia Turco, ha promesso di non ostacolare l'introduzione della pillola abortiva Mifegyne (RU486) sul mercato italiano. Niente sorpresa: la critica feroce del Vaticano l'ha colpita immediatamente.
per più informazioni


15 maggio 2006
La Commissione nazionale d'etica critica i contratti delle organizzazioni antiabortiste con le casse malati

La Commissione nazionale d'etica CNE considera contrari ai principi etici di solidarietà che reggono il sistema sanitario svizzero le "dichiarazioni di rinuncia per motivi etici" a certe prestazioni dell'assicurazione malattie. Le due organizzazioni antiabortiste "Per madre e bambino" (ASMB) e "Pro Life" hanno concluso contratti collettivi con alcune casse malati offrendo così sconti sui premi delle assicurazioni complementari. A condizione che l'assicurato sottoscriva una dichiarazione di rinuncia alla copertura relativa all'interruzione di gravidanza (l'ASMB include anche la diagnostica prenatale e la terapia della tossicodipendenza con metadone). La rinuncia tocca anche le prestazioni a carico dell'assicurazione malattie di base, gli sconti invece si consentono  soltanto per le complementari! Secondo il parere della CNE questi contratti sviliscano il principio di solidarietà e discriminano le persone che non la pensano allo stesso modo. La Commissione invita il legislatore a ancorare nella legge il divieto di rinuncia volontaria di prestazioni nel settore dell'assicurazione malattie di base.
Tale proposta è già stata introdotta al Consiglio nazionale dal deputato Josef Zisyadis. Le tre casse malattia CPT, Concordia e Intras si sono ritirate dai loro contratti in seguito alla critica mediatica. Solo Provita e Sansan (una succursale della Helsana) persistono.
Presa di posizione della CNE del 10.5.2006


13 maggio 2006
Colombia: un giudizio significativo della Corte costituzionale

Con 5 voti contro 3, la Corte costituzionale della Colombia ha deciso che l'aborto dev'essere legalizzato in caso di stupro e d'incesto, quando il feto è gravemente malformato e in caso di pericolo per la vita o la salute della donna incinta. Un grande progresso in un paese ultra-cattolico dove il numero degli aborti clandestini si stima di 200'000-400'00 all'anno. Tanto più che il tribunale ha precisato che la nozione di "salute" dev'essere intesa nel senso dell'OMS (includendo il benessere psicologico e sociale). Il giudizio è un segnale storico che l'America latina comincia a liberarsi dalla chiesa cattolica.
Il cardinale Pedro Rubiano avendo minacciato di scomunicare i giudici, il vice-presidente del tribunale replica: "Noi siamo magistrati al tribunale di uno Stato secolare".
Il ministero della salute ha ordinato che tutti gli ospedali pubblici devono garantire l'accesso gratuito all'interruzione di gravidanza.
Vedi l'attualità del 27.10.2005


17 febbraio 2006
Australia: il parlamento richiede l'ammissione della RU486

Il 16 febbraio, una settimana dopo il Senato, la camera dei deputati ha deciso anch'essa a una grande maggioranza di trasferire la responsabilità per ammettere la pillola abortiva (Mifegyne, RU486) in Australia all'autorità di controllo dei medicamenti (TGA) – com'è il caso per tutti gli altri medicamenti. Per ragioni politiche questa competenza fu attribuita al ministro della salute nel 1996. In questa funzione, il cattolico Tony Abbot in virtù delle sue convinzioni morali finora stava bloccando l'accesso degli Australiani al farmaco abortivo. In base alle nozioni scientifiche, la TGA probabilmente non tarderà di ammettere la RU486. Da molte settimane, controversie feroci fra fautori dell'accesso alla RU486 e antiabortisti precedevano i dibattiti parlamentari.

Portogallo: il governo autorizza la RU486

Il Portogallo ha finalmente autorizzato l'utilizzazione della Mifegyne negli ospedali per le interruzioni di gravidanza. Il governo ha preso questa decisione dopo che l'Organizzazione mondiale della salute ebbe incluso il farmaco nell'elenco degli medicamenti essenziali. Però, la legge restrittiva sull'aborto rimane in vigore nel Portogallo.


13 febbraio 2006
Italia: manifestazione a Napoli – RU486: la procedura per la commercializzazione è avviata

Di nuovo decine di migliaia di persone hanno manifestato sabato in favore della libera scelta in materia di aborto. Il numero dei manifestanti nelle strade di Napoli è stato stimato a  60'000.
Il giornale "Avvenire" annuncia che la ditta Exelgyn ha avviato la procedura di mutuo riconoscimento per poter commercializzare la RU486 (Mifegyne) in Italia. Nel frattempo altre autorità regionali ammettono l'uso del farmaco negli ospedali.
La situazione en Italia


31 gennaio 2006
USA: giudice conservativo eletto alla Corte Suprema

Con 58 voti contro 42, il Senato ha approvato la nomina del giudice Samuel Alito alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Il candidato presentato da Bush è conosciuto per le sue convinzioni conservative in particolare sul tema dell'aborto. Il movimento Pro choice teme che la decisione della Corte del 1973 che garantisce il diritto alla libera scelta dell'aborto possa essere rovesciata in futuro colla voce di Alito.


31 gennaio 2006
Italia: la legge sull'aborto non va cambiata. Nuovi limiti alla RU 486

La Commissione affari sociali della Camera ha approvato il documento conclusivo di una indagine conoscitiva sulla legge 194 sull'aborto. Conclude che la legge non va cambiata, ma che i consultori dispongono di risorse e fondi insufficienti sopratutto per l'aspetto della prevenzione.
Lo stesso giorno il ministro della salute Francesco Storace ha firmato un decreto che limita ai soli casi di necessità l'importazione della pillola abortiva. L'aborto minaccia di diventare un argomento nella campagna elettorale in primavera.
La situazione in Italia


14 gennaio 2006
Italia: migliaia in piazza per la libertà dell'aborto

Le donne escono dal silenzio. A Milano in 100mila, in gran parte donne, stavano sfilando per le vie della città in difesa della legge 194 che legalizza l'aborto. Ci erano tutte le generazioni a chiedere che la 194 non venga modificata. Le veterane degli anni '70 al fianco delle più giovani. Sfilavano le Giuriste democratiche, avvocati, giudici, giornaliste, contro il silenzio e per la difesa dei diritti. Sfilavano le precarie e i precari, le donne straniere venezuelane e etiopi, gli studenti dei licei e delle università, le pensionate dei sindacati.
A parlare l'europarlamentare Emma Bonino e il premio Nobel Dario Fo: "Dover tornare a manifestare dopo anni ed anni in cui si pensava che ormai fosse risolta la presa di posizione e associazione da parte della Chiesa (nei confronti della legge 194) … invece ecco che c'è il rigurgito terribile… brutti segni, per la coscienza e per la libertà".
Un altra manifestazione sarà organizzata il 11 febbraio a Napoli.

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